La storia di Vicenza come centro produttivo del Veneto risale alla caduta della Repubblica Veneta “con l’avvio delle riforme napoleoniche […] Vicenza è chiamata a sostituire Venezia nel ruolo di rappresentante delle attività produttive locali, diventandone il punto di riferimento espositivo, oltreché burocratico-amministrativo.” Nel corso dell’800 si susseguono a Vicenza appuntamenti espositivi che vanno dalla tradizionale fiera in Campo Marzio alle più dedicate e organizzate fiere campionarie e fiere delle arti decorative, “ma è con il ‘900 che si precisa l’impegno a fare di Vicenza un centro espositivo: nel 1908 e nel 1922 si tengono due grandi mostre d’arte decorativa entrambe di respiro regionale, entrambe ai Giardini Salvi, con una notevole risonanza nel Triveneto.”[1]
Dal secondo dopoguerra la Fiera si stabilisce ai Giardini Salvi, dove si svolgerà ininterrottamente per vent’anni, inaugurando la prima Fiera Campionaria nel 1946.
Questi eventi rappresentarono un’importante vetrina per l’artigianato locale e per l’industria, contribuendo significativamente a promuovere la ceramica vicentina a livello nazionale e internazionale.
Nel 1949, all’interno della IV Fiera Campionaria, si svolge la I^ Mostra Nazionale della Ceramica, a partire da quell’anno i Saloni della Ceramica, della Lana e, in seguito, dell’Oreficeria, divennero un appuntamento fisso e atteso, segnando un’importante tappa per l’evoluzione artistica e commerciale del settore. Queste esposizioni non solo esibivano le eccellenze produttive, ma stimolavano anche la creatività e l’innovazione attraverso il confronto tra artisti e artigiani di diverse provenienze.
Contemporaneamente, dal 1947, a Nove si organizza la Mostra della Ceramica, curata da due celebri artisti locali: Andrea Parini e Giovanni Petucco. Nel 1948, la mostra fu trasferita all’interno della Fiera di Vicenza, diventando il “Premio Esportazione”. Questo premio, accanto al “Premio Nove”, che continuerà fino al 1957, segnò una tappa fondamentale nella valorizzazione della ceramica locale. Dopo il 1957, il “Premio Nove” fu sostituito dal “Premio Palladio”, continuando la tradizione di celebrare l’eccellenza artistica nella ceramica.
I premi non erano solo riconoscimenti formali, ma rappresentavano anche un’opportunità per i ceramisti di ottenere visibilità e di far conoscere le loro opere a un pubblico più ampio, inclusi i mercati esteri. Il “Premio Esportazione”, in particolare, sottolineava l’importanza di promuovere la ceramica vicentina al di fuori dei confini nazionali, contribuendo a consolidare la reputazione della Fiera di Vicenza come un centro di eccellenza per l’artigianato e l’industria.
Nel corso degli anni i premi sono aumentati, con la progressiva crescita del prestigio internazionale della Fiera, richiamando tra i giurati alcuni dei nomi più rilevanti in ambito artistico: Carlo Scarpa, Giò Ponti, Bruno Munari, Gino Barioli e Neri Pozza, tra gli altri.
Le opere premiate dal 1949 al 1975 sono entrate nella collezione dell’Ente Fiera di Vicenza che è così divenuta un’importantissima testimonianza di una stagione particolarmente feconda, riflettendo decenni di invenzioni artistiche, innovazione e maestria. La mostra cronologica che presentiamo permette di immergersi in questo straordinario patrimonio a celebrazione dei numerosi artisti che hanno contribuito a innovare i linguaggi della tradizione ceramica e a rendere la ceramica vicentina una delle più apprezzate nel mondo.
La mostra si compone di una piccola selezione delle opere che raccontano l’evoluzione della produzione ceramica. A partire dagli anni ’50, attraverso tre decenni che hanno caratterizzato uno sviluppo economico, culturale e sociale senza precedenti per il Paese, la mostra racconta com’è cambiato il gusto, come il progetto sia diventato predominante rispetto alla materia e della transizione della produzione che da artigianale passa a industriale.
In questa evoluzione, gli artigiani – più spesso artisti consapevoli della rivoluzione dei linguaggi in atto a livello internazionale – figurano come autori di opere uniche, scultoree, prima, poi spesso come collaboratori o direttori artistici e designer, all’interno di realtà produttive organizzate a livello industriale. I novesi Alessio Tasca, Giuseppe e Antonio Lucietti, Pompeo Pianezzola, Cesare Sartori, Giovanni Petucco risultano spesso tra i premiati, ma anche il bassanese Federico Bonaldi e il vicentino Otello De Maria. Inoltre, la fiera con i suoi premi richiama alcuni tra i più importanti autori e marchi del periodo, non solo a livello nazionale: Angelo Mangiarotti, Marcello Cuneo, Carlo Zauli, Nino Caruso, Salvatore Cipolla, Nanni Valentini, Gabbianelli S.p.A., Porcellane Rosenthal, Franco Pozzi, Laboratorio Pesaro e molti altri.
[1] Nico Stringa, Idee per la Ceramica, Catalogo della mostra omonima, Tipografia Litografia Novese, 1987 Nove (VI).
A cura di Alessandro Bertoncello, Museo Civico di Nove.
Museo del Gioiello di Vicenza.
Dal 5 settembre all’8 dicembre 2024.
Piazza dei Signori,
36100 Vicenza – Italia
Per qualsiasi informazione ti preghiamo di contattare il Museo del Gioiello ai seguenti recapiti:
+39 0444 320799
www.museodelgioiello.it
Dal martedì al venerdì: 10 :00 – 13:00 | 15:00 – 18:00
Sabato e domenica: 10:00 – 18:00